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domenica 4 gennaio 2009

1.DEDICATO

Che cosa mi avevi chiesto ……? Di scrivere qualcosa per te di me…?
Comunque sia di cose da dirti ne avrei molte, un’intera vita da raccontarti.

Tu sei dolce nella tua invadente curiosità, ami la vita ed il tuo prossimo, io sono solo colei che sta a guardarvi e scrive.
Anch’io a modo mio vi voglio bene, solo che a differenza di voi non lo so dire, a me è riservata la carta per parlarvi.

C’era una volta “A…a”, poi l’A…a, ora forse A....a” come scritto su un documento.
Qual è la “A..a” vera?
Non lo so neppure io che sono “ABCDEFGHILMNOPQRSTUVZ”
Fin da piccola ritenevo il mio nome “A..a” avesse delle implicite stranezze, l’inizio e la fine con la stessa vocale con la sola enorme differenza che la “A” usata per l’inizio del nome è ampia come stesse a significare pienezza, vigoria, mentre la “a” della fine nome è piccola insignificante, minuscola.
Questo nome impostomi dalla nascita non è il mio vero nome, io sono stata “A…,B…,C…,…”, a ogni cambiamento di situazione, o meglio di tipo di vita, seguiva anche un cambiamento d’ atteggiamento e quindi anche di nome, come posso ritrovarmi ora nel nome che ho? Chi sono io?
Non lo so neppure io che quando mi sento chiamare per nome si rispondo, ma non lo percepisco come la mia reale identità, mi giunge strano, impersonale e mi interrogo ……………
Per te il mio nome ora sarà: Dedicato.
Quando scrivo apro la mente e le mie dita battono sui tasti ciò che come un vespaio mi ronza nella testa.
La “mente”…….. ma sarò sincera.
A.
Questo scritto iniziale è volutamente contorto, ma spiega fin da subito ciò che tu vorrai interpretare e con quale nome riconoscermi ed ascoltarmi.

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